Seguono il torrente, lo lasciano, più a sud, per prendere un sentiero che sale piuttosto ripido, seguendo uno sperone del monte fatto come un tagliamare di nave. Ora il torrente è in direzione contraria a chi sale, e scorre nel fondo fra due ordini di monti, che si intersecano formando valle accidentata e bella.
Riconosco il luogo. È inconfondibile. È quello della visione di Gesù e i fanciulli, avuta nella scorsa primavera. Il solito muretto a secco delimita la proprietà che scoscende a valle. Ecco i prati con i meli, i fichi e i noci, ecco la casa, bianca sul verde, con la sua ala sporgente che protegge la scala e fa portico e loggia, ecco la cupoletta sulla parte più alta, ecco l’orto giardino con il pozzo, la pergola e le aiuole…
Gran vocio esce dalla casa. Isacco va avanti. Entra. Chiama a gran voce: «Maria, Giuseppe, Emanuele! Dove siete? Venite da Gesù».
Corrono tre piccini: una bimba di quasi cinque anni e due maschietti dai quattro ai due, l’ultimo ancora un poco incerto nel passo. Restano a bocca aperta davanti al… risorto. Poi la bimba strilla: «Isacco! Mamma! Isacco è qui! Giuditta ha visto bene!».
Da una stanza dove è gran vocio esce una donna, la florida madre bruna, alta, formosa, della visione lontana, tutta bella nelle sue vesti di festa: una veste di candido lino, come una ricca camicia, che scende a crespe sino alle caviglie, stretta ai fianchi opulenti da uno scialle a righe variopinte, che la modella nelle anche stupende ricadendo con frange sino al ginocchio, dietro, e rimanendo socchiuso sul davanti dopo essersi incrociato all’altezza della cintura sotto una fibbia di filigrana. Un velo leggero a rami di rose in colore su uno sfondo avoriato è appuntato, sulle trecce nere, come un piccolo turbante, e poi scende dalla nuca, con onde e pieghe, per le spalle e sul petto. Lo tengono fermo sulla testa una coroncina di medagliette legate da una catenella fra loro. Orecchini ad anelli pesanti scendono dalle orecchie, e al collo tiene stretta la tunica una collana di argento passata fra occhielli della veste. Alle braccia, pesanti braccialetti d’argento.
«Isacco! Ma come? Giuditta… credevo il sole l’avesse impazzita… Tu cammini! Ma che fu?».
«Il Salvatore! Oh! Sara! Egli c’è! È venuto!».
«Chi? Gesù di Nazareth? Dove è?».
«Là! Dietro al noce, che chiede se lo ricevi!».
«Gioacchino! Madre! Voi tutti, venite! C’è il Messia!».
Donne, uomini, ragazzi, bambini, corrono fuori urlando, strillando… ma, quando vedono Gesù alto e maestoso, perdono ogni ardire e restano come pietrificati.
«La pace a questa casa e a voi tutti. La pace e la benedizione di Dio». Gesù cammina piano, sorridente, verso il gruppo. «Amici, volete ospitare il Viandante?», e sorride più ancora.
Il suo sorriso vince i timori. Lo sposo ha il coraggio di parlare: «Entra, Messia. Ti abbiamo amato senza conoscerti. Più ti ameremo conoscendoti. La casa è in festa per tre cose, oggi: per Te, per Isacco, e per la circoncisione del mio terzo maschio. Benedicilo, Maestro. Donna, porta il bambino! Entra, Signore».